Sfogliando i giornali o guardando la televisione non possiamo non accorgerci che molte campagne pubblicitarie governative sottolineano l’importanza di stili di vita più salutari che vadano a contrastare l’insorgenza di malattie cosiddette del benessere. Purtroppo, i destinatari principali di tali campagne, i giovani, sono proprio coloro che leggono meno i giornali e preferiscono altri canali di intrattenimento ed informazione. Come fare, allora, per attirare il loro interesse e favorirne la partecipazione attiva in un processo di responsabilizzazione e maggiore cura di sé? È possibile adoperare nuove strategie a scuola per raggiungere obiettivi formativi a lungo raggio che attraverso la cooperazione stimolino comportamenti più consapevoli?
L’obiettivo del presente lavoro è la proposta della realizzazione di uno spot sulla salute realizzato dagli alunni attraverso modalità di apprendimento cooperativo che, oltre a favorire la socializzazione, possa mettere in evidenza le loro capacità e competenze e contemporaneamente farli riflettere sull’opportunità di adottare comportamenti più salutari nel corso della loro vita.

1. Promozione alla salute e ruolo della scuola

“La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti…”, così recita l’Articolo 32 della Costituzione Italiana del 27 dicembre del 1947.
Di fatto esso sancisce esplicitamente “il diritto alla salute” per tutti i cittadini e garantisce cure nel rispetto della dignità umana, ribadendo che il cittadino, anche malato, resta depositario dei diritti fondamentali della persona umana. Si impegna inoltre nella garanzia di assistenza verso quanti non siano in grado di provvedere, riconoscendo l’indigenza come condizione discriminante per il conseguimento e il mantenimento della salute.
In applicazione del dettato costituzionale (Articolo 32), nel 1978 con la Legge 883 nasce il Sistema Sanitario Nazionale, coraggiosa conquista di democrazia tra le normative più rilevanti dalla nascita della Repubblica, che si occupa di garantire la salute dei cittadini attraverso:
• l’assistenza sanitaria in tutto il territorio nazionale;
• la medicina preventiva ossia la profilassi (vaccinazioni) e la prevenzione (inquinamento ambientale, sicurezza alimentare, sicurezza sull’ambiente di lavoro, sanità veterinaria ed educazione alla salute).
Il miglioramento delle condizioni economiche e igieniche della popolazione negli ultimi decenni del secolo scorso ha provocato un aumento della vita media e un cambiamento nel panorama delle malattie prevalenti: mentre in passato si trattava di contrastare per lo più le malattie infettive, oggi le malattie più frequenti sono di carattere degenerativo come quelle dell’apparato cardiocircolatorio, le patologie neoplastiche, ecc.
Inevitabilmente, nel contesto in cui viviamo, con l’evoluzione socio-culturale, il progresso scientifico e le conquiste della medicina, la tradizione popolare che considerava l’assenza di patologie come condizione di sopravvivenza è superata a favore di un concetto di salute più ampio e completo.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (1948) definisce la salute come “stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non semplice assenza di malattia”.
Da questa definizione si evince che star bene oggi non si riduce solo a non avere malattie ma a una buona qualità della vita fisica e spirituale: il vero benessere consiste nell’avere una buona relazione con se stessi e con gli altri; contano la soddisfazione per la propria vita quotidiana e la rete di rapporti personali con la famiglia, la scuola, il lavoro…
Il concetto di “completo benessere psico-fisico” ci sembra utopistico, non misurabile e forse mai raggiungibile, al contrario la definizione di salute come concetto dinamico secondo A. Seppilli del 1966 ci pare più completa e razionale: “La salute non è una condizione statica di equilibrio perfetto; al contrario, essa consiste in uno sforzo continuo di adattamento alle mutevoli condizioni ambientali. La salute è una condizione di armonico equilibrio funzionale, fisico e psichico, dell’individuo integrato dinamicamente nel suo ambiente naturale e sociale”.
La salute oggi è sostanzialmente minacciata da comportamenti individuali e collettivi, infatti, già da tempo, si evidenzia l’incidenza di molte patologie legate agli stili di vita, ponendo l’accento sul ruolo fondamentale dell’attività fisica e della corretta alimentazione per il conseguimento di essa; non è, quindi, il semplice prodotto di una organizzazione sanitaria, ma il risultato di una serie di fattori di tipo sociale, ambientali, genetiche, ecc.
La prevenzione dello stato di malattia diviene di conseguenza un nuovo obiettivo, per conseguire il quale è necessario cambiare il nostro modo di pensare e di agire al fine di essere protagonisti della propria salute attraverso comportamenti a sostegno del “benessere” individuale e collettivo.
E’ in questa direzione, infatti, che si orienta la nuova linea indicata dall’OMS con la divulgazione del concetto di Promozione alla Salute: “Rendere l’individuo consapevole della propria salute per essere in grado di controllarne i fattori che la determinano”.
Alla luce di queste nuove concezioni, l’individuo sano deve guardare ad essa come ad un bene da tutelare, preoccupandosi tanto del rimedio quanto di cosa deve fare per rimanere sano. La salute non è solo medicina ma come si vive giorno per giorno, contano le abitudini salutari o malsane, l’ambiente, l’educazione e soprattutto l’informazione onesta e completa sui rischi e sui possibili benefici delle scelte individuali e collettive.
“C’è il bisogno di passare dal Welfare State al Welfare Community, cioè da uno stato che distribuisce assistenza sanitaria ad una comunità che assume in prima persona la responsabilità del proprio benessere”. In quest’ottica, il ruolo della scuola è determinante nell’insegnare ai giovani che la salute oltre ad essere un diritto è anche un dovere.
La scolarizzazione del giovane segna il passaggio verso l’indipendenza adulta con un progressivo allontanamento dalla famiglia e l’inizio di una fase di continuo confronto con i compagni e amici dettata dalla necessità di non sentirsi solo o diverso. In questo processo di socializzazione appare evidente l’influenza del “gruppo dei pari” sui gusti, abitudini e comportamenti, e come al suo interno decida di cosa è giusto e sbagliato. Possiamo pertanto affermare che la promozione di comportamenti di vita dovrebbe principalmente essere perseguita nella scuola con un lavoro continuo che percorra trasversalmente tutto il curricolo e che coinvolga insegnanti, studenti e genitori.
Non si tratta di indicare occasionalmente i fattori di rischio, ma di creare le condizioni affinché la scuola diventi un luogo dove esista la voglia di studiare, di comunicare con i compagni e con i docenti, e dove i giovani siano protagonisti della loro vita, con la consapevolezza che esiste un legame tra sentimenti, atteggiamenti e salute; una scuola il cui compito non sia solo quello istruire (nozionismo), bensì la formazione integrale della personalità nella sua espressione fisica, sociale, morale e intellettuale. Pertanto, nella prospettiva di una scuola che si propone di educare alla vita, l’educazione alla salute, intesa come “stato di benessere fisico, mentale e sociale” assume particolare rilevanza. “L’Educazione alla Salute è Educazione alla Vita” e dovrebbe essere un dovere istituzionale.
2. Educare alla vita con l’apprendimento cooperativo
Una scuola che deve educare alla vita viene chiamata a ripensare le proprie finalità educative e a considerare la dimensione sociale dell’apprendimento, rivolgendo l’attenzione verso percorsi formativi in grado di attivare dinamiche interattive fra giovani, basati sulla condivisione di esperienze e sull’individuazione di pratiche e aiuto reciproco.
E’ necessario superare il concetto di “insegnare per l’apprendimento di contenuti” a favore di “insegnare per educare” alle competenze chiave, alle abilità per la vita (life skills) di cui tutti hanno bisogno per la realizzazione dello sviluppo personale, della cittadinanza attiva, dell’inclusione sociale e l’occupazione, come da “Atto di indirizzo dell’UE”, del 18 dicembre 2006.
Un percorso d’insegnamento/apprendimento, quindi, con obiettivi che vanno “oltre” la scuola.
L’apprendimento cooperativo può rispondere a queste necessità di sostituire una visione più adeguata ed aggiornata della scuola, come risposta al fatto che il nostro mondo si sta evolvendo in maniera sempre più rapida e imprevedibile.
L’introduzione del Cooperative Learning nelle aule scolastiche potrebbe significare quella risorsa in più nelle mani del docente per valorizzare le capacità e le inclinazioni di ciascun studente e per rendere più significativa l’azione didattica attraverso il suo coinvolgimento attivo nel processo di apprendimento, in quanto portatore di conoscenze e di competenze che metterà a vantaggio del proprio gruppo.
La realizzazione ed il successo parte dal considerare la classe l’ambito entro il quale gli studenti manifestano i propri bisogni soggettivi di avere amici, di conquistare uno spazio sociale, di scaricare aggressività e passa dalla volontà/capacità del docente di rapportarsi in maniera funzionale con il gruppo classe. Il docente è, pertanto, chiamato a rivedere la sua funzione tradizionale che lo pone come la principale risorsa della conoscenza e del sapere da trasferire nella mente dell’allievo (apprendimento programmato dall’esterno) in favore di un apprendimento in cui le risorse dell’apprendimento ricadono fondamentalmente sugli allievi (metodo sociale).
Il processo formativo è considerato un’esperienza pratico-operativa caratterizzata da un fare e da un riflettere piuttosto che da un memorizzare contenuti già dati, dove il docente è un facilitatore e organizzatore di attività in cui gli studenti sono consapevoli di contribuire alla creazione dei propri strumenti per apprendere; essi infatti stabiliscono il ritmo del loro lavoro, si correggono e si valutano, si aiutano reciprocamente e migliorano le relazioni sociali per favorire il loro apprendimento.
In questa visione, la classe, intesa come gruppo di lavoro, richiede un alto livello di integrazione tra i componenti, persegue il soddisfacimento dei bisogni dei singoli e dell’intero gruppo contribuendo così allo sviluppo delle capacità di collaborazione al lavoro.
Sono questi i principi su cui si basano le metodologie didattiche proprie del Cooperative Learning, della Peer Education, del Tutoring tra Pari, dell’Educazione socio-affettiva, in particolare, l’utilità di una partecipazione attiva degli studenti nei processi di apprendimento e l’opportunità di costruire il sapere personale di ognuno in un contesto relazionale.
Peer Education
L’educazione tra pari ha l’obiettivo di trasferire informazioni ma, soprattutto, consapevolezza; si basa sul principio riconosciuto che i modelli di comportamento dei giovani vengono appresi più facilmente all’interno di gruppi di coetanei e sulla constatazione che l’efficacia dell’influenza dei pari, anche su argomenti importanti (ad es. l’educazione alla salute, lotta al bullismo, ecc.) sia superiore a quella prodotta dagli interventi degli adulti. Rappresenta un’esperienza particolarmente utile soprattutto per coloro che vengono individuati per diventare dei Peer Educators. Infatti, nel rivestire il ruolo di educatori, i ragazzi smettono i consueti abiti di destinatari dell’insegnamento degli adulti per assumere un ruolo responsabile e propositivo, nel quale misurare le proprie capacità di comunicazione e di confronto.
Il lavoro formativo svolto con i ragazzi individuati come Peer Educators negli incontri di preparazione, più che a fornire loro i contenuti che dovranno trasferire nelle classi, punta a sviluppare e potenziare la loro capacità di relazionarsi con se stessi e con gli altri, quindi, non tanto sul “che cosa comunicare”, bensì sul “come”.
Tutoring tra Pari
Anche il Tutoring tra pari è una strategia di apprendimento cooperativo che permette ai giovani di sperimentare in classe collaborazione, sostegno e aiuto reciproco.
Tecnicamente gli allievi vengono divisi in coppie o in piccoli gruppi e si sceglie a turno uno di loro per svolgere il ruolo di docente e spiegare ai suoi compagni il tema da trattare, o aiutarlo a procedere di volta in volta con più indipendenza.
Fare sperimentare agli studenti la pratica dell’insegnamento, quindi approfondire un argomento ed insegnarlo ai compagni, permette di sviluppare le abilità cognitive e relazionali, le proprie capacità di espressione e le capacità di coinvolgere gli altri.
Educazione socio-affettiva
Questa metodologia si basa sui presupposti della psicologia umanistica di Maslow e Rogers, e mira a migliorare nell’individuo la conoscenza di sé (fiducia e sicurezza) e a promuovere comportamenti di collaborazione, solidarietà, rispetto, accettazione della diversità. L’esempio più diffuso è il “circle time”. La tecnica del cerchio, in un clima di libertà e creatività nella classe, offre ai componenti l’opportunità di discutere insieme, argomenti di interesse comune; l’insegnante svolge un ruolo di coordinamento e facilitazione dello scambio comunicativo, media tra i diversi punti di vista e sintetizza i contenuti emersi.
Cooperative Learning
Gli studenti, guidati dagli insegnanti, ma non facilitati, lavorando nei gruppi cooperativi, affrontano situazioni complesse che spesso si avvicinano alle esperienze della vita reale.
Attraverso il Cooperative Learning vengono indotti a coordinare il proprio impegno con quello dei compagni, ad apprezzare il valore della responsabilità individuale, della collaborazione, dell’aiuto, dell’accettazione del diverso e del contributo dell’altro, della conoscenza per raggiungere scopi condivisi.
L’apprendimento cooperativo è un insieme di metodi o strategie di insegnamento apprendimento che attraverso la realizzazione di “un’interdipendenza positiva” tra i suoi membri si propone di raggiungere risultati scolastici efficaci, ma anche obiettivi educativi richiesti dalla società contemporanea.
In verità, le metodologie cooperative sono molto impegnative dal punto di vista didattico-professionale e possono essere utilizzate solo da docenti fortemente motivati per coordinare una strategia che permetta di: ridistribuire compiti e funzioni; fare emergere dei vissuti spesso tenuti nascosti in un gruppo formale (classe); utilizzare le potenzialità del gruppo classe come principale risorsa per eliminare situazioni di disagio esistenziale del processo evolutivo.
Non a caso nelle nuove Raccomandazioni sulle competenze chiave per l’apprendimento permanente del Consiglio dell’Unione Europea (22 maggio 2018) viene sottolineata la necessità di un sostegno al personale didattico, soprattutto al fine di “introdurre forme nuove e innovative di insegnamento e apprendimento”, anche in una prospettiva di riconoscimento delle “eccellenze nell’insegnamento”.
L’insegnante dev’essere consapevole delle dimensioni socio-affettive presenti nel suo gruppo e adoperarsi nel non facile compito di favorire un clima relazionale positivo, in cui strutturare “ambienti di apprendimento” dove ogni attività viene presentata come un processo di “problem solving di gruppo”, la cui realizzazione richiede il contributo personale di tutti.
A tal fine, è fondamentale che il suddetto processo sia sistematico e non sia basato su momenti di gruppo estemporanei, creando, in tal modo, un’intesa tra studenti e docenti che porti a star bene a scuola e ad imparare sia come si vive sia i contenuti delle varie discipline.
Le dinamiche dell’apprendimento cooperativo trovano naturale campo di applicazione nella attuazione delle Unità di Apprendimento.

3. UDA “Uno spot per la salute”
3. 1. Analisi del contesto, finalità e obbiettivi.
La medicina moderna indica alimentazione, fumo, alcol e attività fisica come fattori in grado di condizionare la stato di salute. In tale ottica assume particolare importanza l’educazione alimentare vista come processo educativo informativo attraverso cui si persegue il generale miglioramento dello stato di nutrizione degli individui, soprattutto considerando che è diffusa la scorretta abitudine alimentare e l’allontanamento del consumatore dalle proprie tradizioni culturali alimentari e dalla stagionalità dei cibi un tempo presenti.
Gli ultimi dati diffusi dalla Childhood Obesity Surveillance Initiative (2015-17) dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sono molto allarmanti: “I bambini italiani sono tra i più grassi d’Europa, soprattutto nella sua parte meridionale: l’Italia ha il maggior tasso di obesità infantile tra i maschi (21% pari merito con Cipro) mentre il 42% dei maschi è obeso o in sovrappeso (solo Cipro fa peggio con il 43%). Le bambine italiane hanno inoltre uno dei tassi più alti di obesità e sovrappeso, il 38%”.
Oggi l’abbondanza alimentare (peraltro più ricca di grassi, proteine animali e zuccheri semplici, ma povera di carboidrati complessi e fibra alimentare) è, paradossalmente, un fattore di rischio per la salute (già previsto dalla medicina ippocratica) soprattutto laddove il consumo di energia dovuto ad una carenza di attività fisica non è adeguato al carico calorico introdotto. Praticamente è aumentata la densità energetica nel momento in cui è diminuito il nostro bisogno di energia.
In considerazione del fatto che le cosiddette “malattie del benessere” dell’età adulta derivano dagli squilibri perpetrati nell’età dell’infanzia e dell’adolescenza e che spesso l’educazione alimentare viene svolta, con tutti i suoi aspetti negativi, dall’accattivante bombardamento pubblicitario appannaggio delle società multinazionali, emerge con forza la necessità che la scuola insieme alle autorità sanitarie e all’apporto delle famiglie, intervenga fin da subito per promuovere una corretta alimentazione.
La finalità di questo breve percorso informativo-formativo è quella educare gli allevi ad apprendere utilizzando diverse strategie, abituandoli alla collaborazione e al lavoro di gruppo per ottenere un risultato comune.
Più in generale, favorire la formazione e la crescita umana attraverso lo sviluppo di “competenze per la vita” come dalle già citate Raccomandazioni del Consiglio Europeo, ossia:
Competenza alfabetica funzionale – abilità di comunicare in forma orale e scritta e capacità di utilizzare fonti di diverso tipo per raccogliere e valutare in senso critico informazioni per servirsene;
Competenza multilinguistica – conoscenza del vocabolario e della grammatica funzionale di lingue diverse;
Competenza matematica e competenza in scienze, tecnologie e ingegneria – La competenza matematica comporta la capacità di usare modelli matematici di pensiero e di presentazione (formule, modelli, costrutti, grafici, diagrammi). La competenza in scienze si riferisce alla capacità di spiegare il mondo che ci circonda usando l’insieme delle conoscenze. Le competenze in tecnologie e ingegneria sono applicazioni di tali conoscenze e metodologie per dare risposta ai desideri o ai bisogni avvertiti dagli esseri umani.
La competenza in scienze, tecnologie e ingegneria implica la comprensione dei cambiamenti determinati dall’attività umana e della responsabilità individuale del cittadino;
Competenza digitale – comprende l’alfabetizzazione informatica e digitale, la comunicazione e la collaborazione, la creazione di contenuti digitali;
Competenza personale, sociale e capacità di imparare ad imparare – capacità di riflettere su se stessi, di gestire efficacemente il tempo e le informazioni, di lavorare con gli altri in maniera costruttiva, di mantenersi aperti al cambiamento e al continuo apprendimento. Comprende la capacità di far fronte all’incertezza e alla complessità, di imparare a imparare, di favorire il proprio benessere fisico ed emotivo, di essere in grado di condurre una vita attenta alla salute fisica e mentale e orientata al futuro, di gestire il conflitto in un contesto favorevole e inclusivo;
Competenza in materia di cittadinanza – capacità di agire da cittadini responsabili e di partecipare pienamente alla vita civica e sociale, impegnandosi efficacemente con gli altri per conseguire un interesse comune o pubblico, come lo sviluppo sostenibile della società;
Competenza imprenditoriale – abilità di trasformare le idee in azioni nell’ambito di attività personali, sociali e professionali. Le capacità imprenditoriali si fondano sulla creatività, che comprende immaginazione, pensiero strategico e risoluzione dei problemi, nonché riflessione critica e costruttiva in un contesto di innovazione e di processi creativi in evoluzione;
Competenza in materia  di consapevolezza  e di espressioni culturali – Conoscenza delle culture diverse, le loro tradizioni, i prodotti culturali e comprensione di come tali espressioni possono influenzarsi a vicenda e avere effetti sulle idee dei singoli individui.
Per quanto riguarda le competenze mirate (disciplinari) ci si propone di:
• autoresponsabilizzare gli allievi sulle proprie scelte alimentari facendo acquisire loro la consapevolezza dell’importanza di una alimentazione sana e di una regolare attività fisica a sostegno di un equilibrato sviluppo comportamentale per la salute;
• conoscere e descrivere le proprietà degli alimenti e i loro effetti sull’organismo umano.
3. 2. Descrizione attività
La seguente Unità di Apprendimento ha come destinatari gli allievi della quarta classe di istruzione secondaria di secondo grado con la partecipazione di tutti i docenti del Consiglio di classe che avranno cura di predisporre gli strumenti, guidare e sostenere i ragazzi nelle varie fasi. La metodologia prevalente sarà “l’apprendimento cooperativo”, in classe e in laboratorio informatico, opportunamente integrato con lezioni frontali dialogate.
Nelle varie fasi di svolgimento i ragazzi attiveranno delle esperienze utili al loro apprendimento e alla loro crescita:
• mediare le proprie idee e le proprie emozioni per rendere il lavoro di gruppo piacevole, puntuale ed efficace;
• utilizzare le diverse fonti per reperire le informazioni necessarie;
• riflettere sull’influenza dei mezzi di comunicazione sulle abitudini umane;
• esercitare l’immaginazione e la creatività.
Il prodotto finale consiste nella creazione di uno spot su alimentazione, movimento e salute e nell’organizzazione di una manifestazione finale in palestra con una riedizione dei giochi tradizionali di una volta.
Procedura da seguire.
Prima fase
Consegna UDA: la prima fase sarà dedicata alla presentazione del progetto da realizzare. I ragazzi, in una lezione dialogata (circle time) di 2 ore, saranno coinvolti nella discussione e invitati a esprimere il loro pensiero e le proprie idee sulla strutturazione delle attività del tema da trattare; saranno, inoltre, formati i gruppi di lavoro e assegnati i compiti per le fasi successive.
Seconda fase
Seguirà una indagine, per la rilevazione:
• delle abitudini alimentari e degli alimenti più consumati tra i componenti della classe nell’arco della giornata;
• del tipo e grado di attività fisica svolta da ogni componente della classe;
• delle abitudini alimentari e degli alimenti più consumati dei nonni da giovani;
• dei giochi ai tempi dei nonni
Ogni ragazzo esprimerà le proprie abitudini e preferenze personali attraverso un questionario anonimo precedentemente strutturato e avrà cura di svolgere un’intervista ai propri nonni. Questa fase prevede, quindi, un impegno individuale da svolgere in classe (1ora) e a casa e il parametro della valutazione sarà la chiarezza dei documenti prodotti e la puntualità della consegna.
Terza fase
Questa fase prevede lavori per gruppi di 6 con produzioni finali su supporto multimediale (presentazioni powerpoint) per relazionare il tutto alla classe nella fase successiva.
Il 1° gruppo si occuperà di elaborare in forma grafica su foglio elettronico i dati raccolti inerenti le abitudini alimentari e di raccogliere dati sulle proprietà e i valori nutrizionali degli alimenti più consumati oggi e nel passato.
Il 2° gruppo si occuperà di presentare in forma grafica i dati raccolti inerenti l’impegno fisico-sportivo della classe e di approfondire l’aspetto dei giochi di un tempo nonché di strutturarli e arricchirli per la manifestazione finale.
Il 3° gruppo tratterà la tematica “Attività fisica e alimentazione corretta: binomio inscindibile per la salute”, quindi di cercare informazioni sulle malattie del benessere e sui fattori che le determinano.
Il 4° gruppo si occuperà di acquisire consapevolezza delle problematiche inerenti la tematica “I paradossi dell’alimentazione: obesità/anoressia e fame nel mondo” attraverso la ricerca ed elaborazione anche in forma grafica di informazioni.
Infine il 5° gruppo si occuperà di riflettere sul bombardamento mediatico, sulla coerenza del contenuto di alcuni degli spot pubblicitari più frequenti in materia alimentare e individuare i cibi salutari e cibi spazzatura.
Questa fase prevede 10 ore di cooperative learning e richiede l’uso delle tecnologie multimediali e il web per la ricerca delle informazioni.
I parametri della valutazione saranno:
 disponibilità al dialogo e al lavoro di gruppo;
 autonomia e organizzazione nell’elaborazione delle informazioni;
 puntualità nella consegna e correttezza dell’inserimento dei dati.
Quarta fase
In questa fase vengono individuati i Peer Educators con il compito di presentare il lavoro del gruppo di appartenenza a tutta la classe. Questa è una fase significativa dove ognuno apprende i contenuti di tutte le tematiche trattate e valuta l’impegno degli altri; il docente valuta la capacità comunicativa e il controllo emotivo dei peer educators e la disponibilità all’ascolto di tutti.
Quinta fase
In questa fase ogni gruppo produrrà uno spot per la salute a tema. I ragazzi daranno sfogo alla loro fantasia e capacità creativa per realizzare un disegno, un video, uno slogan, una parodia, ecc. Sarà valutata la capacità creativa, la capacità di collaborazione e la puntualità di consegna.
L’ultima fase prevede l’organizzazione, a carico del gruppo classe, della manifestazione finale in palestra con la presentazione o dimostrazione degli “spot” prodotti e la partecipazione attiva di tutti (anche di altre classi) ai giochi tradizionali strutturati dal gruppo n° 2.
Sarà valutata l’intraprendenza organizzativa e la capacità collaborativa.
Il percorso prevede per il suo svolgimento complessivamente 30 ore opportunamente divise per le varie fasi compresa la fase finale di autovalutazione.
L’autovalutazione nell’apprendimento cooperativo è una caratteristica rilevante e in questo caso specifico ogni allievo dovrà redigere una relazione individuale secondo lo schema di seguito riportato.

Schema della relazione individuale dello studenteDescrivi il percorso generale dell’attività ………Indica come avete svolto il compito e cosa hai fatto tu ………Indica quali crisi hai dovuto affrontare e come le hai risolte ………Che cosa hai imparato da questa unità di apprendimento ………Come valuti il lavoro da te svolto ………

Conclusioni
La tutela della salute è un fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, come tale tutelato dalla Costituzione Italiana, che addirittura garantisce cure gratuite agli indigenti.
Nel tempo, però, è cambiato il concetto di tutela della salute, prima vista solo come cura della malattia, mentre grande attenzione viene data oggi alla prevenzione dello stato di malattia, evitando abitudini malsane ed assumendo in prima persona la responsabilità del proprio benessere.
A questo riguardo, la scuola deve avere un ruolo fondamentale, al pari di quello delle famiglie, al fine di trasmettere fin da giovani questo messaggio di responsabilità e di consapevolezza di se stessi e dei propri comportamenti.
Attraverso nuove modalità di trasmissione dell’apprendimento, con obiettivi che vadano “oltre” la scuola, è possibile coinvolgere i giovani passando da esperienze pratiche-operative, dal fare e dal riflettere piuttosto che della memorizzazione di dati, facendoli diventare attori e sviluppando in loro delle capacità di collaborazione al lavoro (una delle qualità più apprezzate dai responsabili delle risorse umane).
Basilari in questo caso le metodologie didattiche del Cooperative Learning, della Peer Education, del Tutoring tra pari, dell’Educazione socio affettiva.
Una possibile attuazione della prevenzione di abitudini scorrette può essere fatta attraverso una unità di apprendimento a scuola, per il tramite dell’apprendimento cooperativo.
Partendo da un’analisi del contesto, esplicitando finalità e obiettivi, coinvolgendo i docenti del consiglio di classe e le famiglie e distribuendo in fasi e procedure il lavoro sia in classe sia a casa sia nel laboratorio di informatica, si procede quindi a creare uno spot per la salute, favorendo la formazione e la crescita umana attraverso lo sviluppo di “competenze per la vita”.
Una opportuna riflessione e autovalutazione finale ultima il percorso e offre ulteriore spunto di crescita personale.

Bibliografia:

• “Dalla Sanità alla promozione alla salute: Un programma di Educazione alimentare” – Tesi del corso di laurea in Scienze Motorie, Università di Catanzaro “Magna Graecia” Facoltà di Medicina e Chirurgia – Anno Accademico 2000-2001, candidato Vinci Salvatore, Relatore Dott. Pagliaro Armando
• http://www.anp.it/competenze-chiave-nuova-raccomandazione-del-consiglio-deuropa/ Competenze chiave: nuova raccomandazione del Consiglio dell’Unione Europea
• http://www.disal.it/Objects/Pagina.asp?ID=25744: Competenze chiave: la nuova Raccomandazione UE
• http://www.ansa.it/canale_saluteebenessere/
• “Metodi e strumenti dell’apprendimento cooperativo nella Scuola Secondaria Area Psicomotoria” – Modulo 5, corso DSPS2117 “Metodologie psicopedagogiche di gestione dell’insegnamento-apprendimento nell’ambito didattico: indirizzo area disciplinare Psicomotoria della scuola Secondaria”

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