NucidjiCastedji e Fadu

Il gioco delle nocciole (nucidji) era un gioco tradizionale del periodo natalizio dei bambini di una volta. Si giocava per le strade  fino agli anni 60/70 del secolo scorso, ma era solito anche ritrovarsi bambini e adulti a giocare nelle case tra familiari e parenti alternandolo alla più nota tombola. Il gioco consisteva nel formare dei castelli (castedji) per terra, tanti quanto i partecipanti, utilizzando 3 nocciole per base e una sopra; tanti castelli componevano un mucchio a forma di triangolo con il vertice basso proprio come il bowling. I concorrenti, da una distanza di circa 10 mt, con un ordine stabilito dalla conta cercavano di buttare i castelli tirando una nocciola più grossa (fadu). Il premio erano proprio le nocciole dei castelli abbattuti.
Prima di iniziare c’era il rito di verificare che il fadu di ognuno non fosse truccato. Infatti, a volte qualcuno tentava di barare praticando un piccolo foro alla base di questa nocciola più grossa per inserire dei pallini delle cartucce dei fucili da caccia per renderla più pesante e più efficace nel lancio; il foro veniva poi chiuso con della cera e mascherato abilmente. Una sorta di antidoping del fadu che in caso di esito positivo determinava la sostituzione dello stesso.
A volte succedeva che qualche ragazzo più grande spettatore o un concorrente stesso che stava perdendo le proprie scorte, durante il gioco, improvvisamente arraffava con le mani il più possibile nocciole dei castelli e fuggiva via. Questo gesto poco sportivo veniva detto “arruscu”.
Le tasche dei bambini gonfie di nocciole si svuotavano improvvisamente dopo la befana, quando queste venivano rotte con un sasso e golosamente divorate.

Di salvin