Il successo, la popolarità e la sua indiscutibile capacità di mobilitare masse e interessi, forse come nessun’altra istituzione oggi, pongono lo sport come uno strumento ideale delle Nazioni Unite per contribuire al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo e pace.
Grazie alla sua capacità di promuovere in tutti i contesti geografici e politico-culturali l’integrazione sociale e di aggregare passioni ed energie attorno al fondamento di valori universali come fraternità, cooperazione, solidarietà e inclusione sociale, lo sport viene visto come una potente strategia per rafforzare i legami tra i popoli e quindi come strumento di pace.
L’ONU, riconoscendo allo sport e all’attività fisica un ruolo di primo piano nella quotidianità degli individui di tutto il mondo, e di fatto, un diritto fondamentale dell’uomo, con la risoluzione 67/296 del 2013 proclama la data del 6 aprile come la “Giornata Internazionale dello Sport per lo Sviluppo e la Pace” (International Day of Sport for Development and Peace – IDSDP).
Il tema globale dell’IDSDP 2022 è “Garantire un futuro sostenibile e pacifico per tutti: il contributo dello sport”.
Il contributo dello sport non può che essere positivo: con il suo potere sociale e mediatico è un ottimo messaggero per ridare la speranza e la fiducia per la realizzazione di uno sviluppo sostenibile e l’affermazione dei diritti umani nell’interesse collettivo del millennio.
Di conseguenza l’ONU, invita l’Ufficio delle Nazioni Unite per lo Sport, lo Sviluppo e la Pace (UN Office on Sport for Development and Peace – DISD), il Comitato Olimpico Internazionale, il Comitato Paralimpico Internazionale, le organizzazioni sportive nazionali e regionali, le società civili e tutti gli altri attori dello sport a cooperare al fine di promuovere una società pacifica e stili di vita sani, attraverso lo sport associato alla cultura e all’educazione senza alcuna discriminazione, nel rispetto della dignità umana come dettano i “principi della carta olimpica”.
La ricorrenza, celebrata ogni anno in tutto il mondo, richiama in memoria anche i primi Giochi Olimpici dell’era moderna di Atene 1896, sottolineando il ruolo storico del Comitato Olimpico Internazionale, nel mettere lo sport al servizio dell’uomo per favorire lo sviluppo, la pace e l’integrazione sociale.
Appurato che l’obiettivo e l’auspicio dell’ONU è quello di creare i presupposti affinché ad ogni individuo di ogni popolo e di ogni estrazione venga garantita la possibilità di praticare sport o attività fisica allo scopo di migliorare la propria salute e più in generale la qualità della vita sociale, quando si tirano in ballo il CIO e l’origine dei giochi olimpici moderni, è necessario fare delle riflessioni per sgombrare il campo da alcune contraddizioni che potrebbero emergere con il richiamo dell’ente alla “non discriminazione”.
In realtà in origine lo sport moderno e in particolare l’istituzione dei giochi olimpici ad opera del barone De Coubertin discriminavano le donne e, con l’ambigua distinzione tra professionismo e dilettantismo, le classi sociali più deboli; gli stessi indiscutibili principi della Carta Olimpica erano pensati per i rampolli dell’aristocrazia del tempo che attraverso lo sport avrebbero dovuto temprarsi per la vita comunque di privilegiati.
Con l’evoluzione della società e la diffusione degli sport di massa, lo sport rivela la sua reale essenza. Negli sport popolari l’influenza sociale è “quasi” assente, la partecipazione non è preclusa a coloro che partono da uno svantaggio socio-economico e tutti possono concorrere al primato; la differenza ora è data dalla motivazione e per molti lo sport è anche occasione di “ascensore sociale”. F. Ravaglioli, nella sua “Filosofia dello Sport”, riconosce allo sport il principio della meritocrazia e della democrazia, affermando che “la famiglia può incidere sulla carriera dei figli, ma nulla può di difronte al cronometro implacabile”.

https://documents-dds-ny.un.org/doc/UNDOC/GEN/N12/496/36/PDF/N1249636.pdf?OpenElement
https://www.un.org/en/observances/sport-day
https://www.fidal.it/upload/files/PROMOZIONE%20-%20SCUOLA/2storia-olimpiadi.pdf
F. Ravaglioli, “Filosofia dello Sport” Armando editore (pg 132)

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