La strategia motoria, semplice e consolidata nel tempo, con cui nel mondo animale un predatore cattura la preda o conquista il suo spazio non ha subito, tranne in casi di adattamento alle mutazioni ambientali, alcuna evoluzione. Il gioco, la corsa, la lotta per la supremazia e le strategie predatorie di gruppo fanno parte di un dinamismo primordiale.
La motricità umana ha invece subito delle trasformazioni nel tempo, di pari passo con l’evoluzione antropologica, sia fisica che culturale, con la trasformazione dell’ambiente e il progresso tecnologico. È del tutto evidente che le abitudini e abilità motorie dell’homo herectus erano diverse da quelle dei loro antenati e che queste mutarono ancora nell’homo habilis e che, le forme di vita sociale, l’invenzione degli utensili, l’invenzione della ruota, la scoperta dei metalli e l’avvento dell’agricoltura portarono a delle modificazioni stravolgenti delle tecniche motorie dell’homo sapiens proseguite con le scoperte del vapore e dell’elettricità più recenti.
Premessa
L’educazione motoria e fisica, per la peculiarità della sua offerta soprattutto pratica, è stata una delle materie più penalizzate dalla didattica a distanza che ha caratterizzato la seconda parte dell’anno scolastico precedente, in quanto le componenti motorio-relazionali della disciplina non possono essere fornite e fruite online.
Nei mesi di lockdown i nostri ragazzi sono stati privati di quella quota di attività fisica scolastica, raccomandata dall’OMS come base per la prevenzione di diverse malattie, per il rafforzamento del sistema immunitario e per il loro benessere fisico e mentale, tra l’altro in una fase così favorevole per l’apprendimento motorio.
L'esperienza vissuta nella primavera scorsa è stata sicuramente molto drammatica dal punto di vista sanitario e sociale, forse una chiusura così totale non si era vista neanche ai tempi della seconda guerra mondiale, perlomeno non sul tutto il territorio nazionale.
Il mondo della scuola, in questo contesto, si è dovuto misurare con la necessità di svolgere una inusuale didattica a distanza che francamente ha colto un po' impreparati alunni e docenti, tuttavia, superato il primo momento di smarrimento, ci si è adoperati con gli strumenti tecnologici che ognuno ha ritenuto più opportuni e adeguati alle proprie competenze per garantire ai ragazzi la conclusione dell’anno scolastico.
La didattica a distanza è uno strumento utilissimo che in contesti normali può affiancare la didattica tradizionale per moduli per esempio di recupero o approfondimento, ma non può sostituirsi totalmente ad essa in quanto viene a mancare il rapporto empatico docente/discenti e il contatto fisico tra i ragazzi che rende il contesto socio-educativo unico e importante per la loro crescita e che solo in parte può essere soddisfatto dai social.
In questa visione, senza dubbio l’educazione fisica, per la peculiarità della sua offerta soprattutto pratica, è stata una delle materie più penalizzate dal «lockdown»: a prescindere dalla fantasia e dagli strumenti che ognuno di noi mette in campo, le componenti motorio-relazionali della disciplina non possono essere fornite e fruite online.
Ci apprestiamo ad affrontare un nuovo anno scolastico difficile e pieno di incertezze che genera in tutti noi delle apprensioni e, anche se la riapertura delle scuole viene letta come l’inizio (speranza) di un ritorno alla normalità, tutte queste norme, protocolli e limitazioni degli spazi interpersonali indicano che l’emergenza non è ancora finita.
Il contesto richiede attenzione, ma non possiamo immaginare di privare i ragazzi, in questa fase della vita così favorevole per l’apprendimento motorio, della quota di attività fisica scolastica raccomandata dall’OMS come base per la prevenzione di diverse malattie, per il rafforzamento del sistema immunitario e per il benessere fisico e mentale degli alunni.